
Disturbi del comportamento alimentare: un’emergenza anche politica
“Agire per dare risposta unitaria con tempi rapidi e certi", ha commentato il Sottosegretario del Ministero della Salute, Andrea Costa.
“I disturbi del comportamento alimentare rappresentano una vera emergenza a cui la politica non può sottrarsi. Parliamo di più di 3 milioni di persone che hanno bisogno di sostegno. Spesso sono sole in questa battaglia, che ha un impatto rilevante e costi esorbitanti”. Lo ha dichiarato l’onorevole Marta Grande (M5S) aprendo i lavori dell’incontro “L’altra emergenza: i disturbi del comportamento alimentare. Proposte per un percorso di cura efficace”, svoltosi giovedì 16 dicembre alla Camera dei deputati.
“Le strutture per curarsi sono ancora poche e non sono distribuite in modo omogeneo sul territorio” – ha avvertito l’On. Grande. “L’aumento di casi durante i mesi di isolamento non è casuale, se consideriamo che la salute mentale sarà una delle grandi sfide dei prossimi decenni. È importante affrontare concretamente questa difficoltà che milioni di persone vivono ogni giorno. Credo che il parlamento sia pronto per agire e che si possa trovare unità di intenti”, ha concluso.
Nel suo intervento, il sottosegretario del Ministero della Salute con delega alla salute mentale, On. Andrea Costa, ha riconosciuto che “siamo di fronte a un’emergenza che si può combattere e vincere se si fa un lavoro di squadra, se ognuno viene messo nelle condizioni di offrire proprio contributo”. Al tempo stesso – ha spiegato l’On.Costa – “è una grande opportunità. Stiamo tentando di ridisegnare la sanità del domani e sentire questi numeri e carenze fa riflettere, ma sono convito che la politica saprà agire per dare una risposta unitaria con tempi rapidi e certi”.
Per Costa, l’incontro ospitato dalla Camera dei deputati è stato un momento prezioso: “E’ l’inizio di un percorso per fare tesoro di diverse esperienze, testimonianze e competenze e per individuare la risposta che dia i risultati di cui c’è bisogno”. Il sottosegretario ha infine assicurato che ci sono tutte le condizioni affinché i disturbi del comportamento alimentare siano finalmente inseriti nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) come patologie a sé stanti e non all’interno della categoria generica delle malattie psichiatriche.
L’incontro si è avvalso del contributo scientifico del Dottor Leonardo Mendolicchio, Responsabile della U.O. Riabilitazione dei Disturbi Alimentari e della Nutrizione presso Auxologico Piancavallo. Mendolicchio ha ricordato che negli ultimi due anni, a causa dell’emergenza sanitaria, c’è stato un incremento del 40% delle patologie legate all’alimentazione nella fascia adolescenziale e preadolescenziale: “Sono i disturbi con la più alta incidenza di morte in questa fascia di età. Mediamente muoiono 3mila ragazze e ragazzi ogni anno. Quello che è accaduto in questi mesi ha peggiorato la situazione, con dati di mortalità quasi raddoppiati. Ci sono circa 900 posti letto in totale su tutto il territorio nazionale per queste patologie. Rispetto agli oltre 3 milioni di persone affette da disturbi del comportamento alimentare è un dato desolante, anche perché spesso è necessario un intervento intensivo”.
Per il Mendolicchio, la battaglia contro questi disturbi si può vincere non solo grazie a una cura efficace, ma anche attraverso un “intervento di tipo bio-psico-sociale”, affrontandoli cioè da più punti di vista: quello politico, sociale, della narrazione e della tecnica della scienza.
L’incontro è stato moderato dalla giornalista Francesca Fialdini, che ha sottolineato l’importanza di riprogrammare il linguaggio riguardante queste patologie: “Se continuiamo a trattare il corpo solo come immagine, i ragazzi alla fine non si sentiranno inclusi. Abbiamo associato moltissimo il concetto di immagine al corpo e continuiamo a farlo”, ha spiegato. “Si può sdoganare questo tema parlando in profondità e associando le parole spirito e mente alla parola corpo. Se riusciamo ad associare lo spirito al corpo, per parlare della relazione con il cibo, forse abbiamo vinto”, ha concluso.