Gli effetti delle droghe: come cambiano il cervello e il corpo
La relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia nel 2023 ha rivelato dati allarmanti relativi gli abusi nel nostro Paese. Il consumo è in aumento sia nella fascia 15-19 anni, sia in quella 18-64, con una crescita tra i più giovani che si attesta tra il 18,7% e il 27,9%. Insomma, il problema non può essere preso sotto gamba, anzi campagne informative e di sensibilizzazione sono sempre più lo strumento essenziale per cercare di arginare il loro impiego e prevenire gli effetti negativi sull’organismo. E non sono pochi. Innanzitutto, il ricorso alla droga è associato alla dipendenza, che incide fortemente sullo stato psicologico e comportamentale degli individui. Di fatto, le sostanze inibiscono l’azione della corteccia pre-frontale, la parte razionale e decisionale del cervello, mentre accentua i meccanismi riverberanti del piacere, stimolando nuclei e circuiti specifici (le vie della gratificazione). Stati di euforia o ‘pace’ momentanea sono seguiti da collera, aggressività, confusione, alterazioni dello spazio, ansia e depressione. Senza considerare che a lungo termine potrebbero insorgere demenza precoce, danni alla memoria e al problem solving. La relazione è chiara anche con le patologie psico-sociali, per cui isolamento, rancore, agitazione e paranoia sono all’ordine del giorno. Il cervello va in difficoltà e non è il solo: il consumo di droghe, compreso l’alcol, è associato a un gran numero di patologie organiche a carico degli organi. Può soffrire il fegato, a proposito di alcolici, ma anche la gola, i polmoni, il pancreas e lo stomaco – le malattie cardiovascolari diventano più frequenti e spesso letali. Il rischio di patologie infettive, poi, sale a dismisura per le condotte nella somministrazione. Si possono enumerare anche gli effetti avversi sulla cute (acne e lesioni) e sulla produzione pilifera – spesso c’è una relazione con la calvizie. L’abuso di sostanze resta, dunque, un problema serio, per cui occorre chiedere e accettare aiuto: gruppi, comunità, percorsi di disintossicazione, oltre alle terapie dei medici per limitare gli effetti avversi sull’organismo, rappresentano l’unica via per ritrovare se stessi.