Il Covid-19 fra paura, fobie e chiusure

Il Covid-19 fra paura, fobie e chiusure

Il Covid-19 che è entrato in modo pesante e netto nelle vite delle persone dal marzo del 2020, ha fatto emergere e slatentizzare paure recondite e fobie irrazionali celate da tempo nel più profondo e remoto posto della psiche umana. Premettendo la giusta preoccupazione ed attenzione da parte delle autorità governative e dell’intera popolazione del Mondo, l’arrivo di questo virus fino a due anni fa sconosciuto, ha prodotto e distorto la percezione del,vivere umano con grandi e gravi danni sulla qualità stessa della vita. Secondo studi condotti dalle più prestigiose università del Mondo, fra cui Cambridge ed Oxford, le fasce d’età più colpite a livello psicofisico sono i ragazzini under 12 e gli anziani con gravi patologie a carico oltre a persone affette da disabilità intellettive importanti. Ma non sono stati imuni da questo tsunami anche i cosiddetti “normodotati” ovverosia perosne prive di patologie fisiche o psichiche e con una buona condotta sociale e lavorativa. Addirittura secondo uno studio inglese, pubblicato non più di una settimana fa, il 30$ dei giovani intorno ai vent’anni rinuncierà ad iscriversi al college o alle università per paura di ricadute o nuovi virus. Le malattie psicosomatiche più importanti originatesi nella fase critica del coronavirus, sono depressione maggiore, disturbo bipolare, DOC(disturbo ossessivo compulsivo) e claustrofobia e agorafobia. Sintomo ricorrente è la paura della morte o di ammalarsi gravemente, che in diversi casi ha condotto le persone al suicidio. Ora dopo oltre due annidi chiusure diventa improrogabile e importante interrogarsi su quali misure ed azioni sul campo mettere in atto per recuperare e prevenire le fasce di popolazione più esposte e compromesse da questi due anni molto cupi e che hanno cambiato la vita di molti. Condannando chi ha sbagliato e scongiurando scenari futuri come il covid-19 e altre malattie che possano avere effetti sociali molto gravi

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