
Obesità, in Italia colpisce un bambino su tre. Maglia nera alla Campania
La maggior parte sono maschi. La colpa è del cibo spazzatura e della scarsa educazione alimentare. Firmata la Carta dei Diritti e dei Doveri della persona con obesità per riconoscere il fenomeno come malattia cronica
In Italia sono circa 100 mila i bambini obesi o in sovrappeso, in pratica uno su tre nella fascia d’età 6-9 anni. Un triste primato tra i Paesi del Vecchio Continente che purtroppo conferma che, complice la crisi economica e la scarsa educazione alimentare, la nostra amata dieta mediterranea, elisir di lunga vita, non è tanto gettonata tra i piccoli che invece preferiscono i cibi da fast food.
A contendersi il record con noi ci sono i vicini ciprioti, greci e spagnoli. Lo dice l’ultimo rapporto di Helpcode sulla malnutrizione infantile che sottolinea come siano soprattutto i maschi ad avere problemi di peso rispetto alle femmine. Proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su questi importanti temi, l’organizzazione lancia, in occasione della Giornata mondiale contro l’obesità di domani e quella dell’alimentazione del prossimo 16 ottobre, C’era una volta la cena, una campagna che promuove attività di monitoraggio, educazione alimentare e prevenzione della malnutrizione, offrendo al contempo aiuto concreto attraverso un programma di Cash and Voucher concepito per garantire cibo sano alle famiglie in povertà. Testimonial d’eccezione è l’attrice Claudia Gerini per una iniziativa realizzata con la collaborazione scientifica della UOC Clinica Pediatrica ed Endocrinologia dell’Istituto Giannina Gaslini, Università degli studi di Genova.
Il maggior numero di bambini obesi riguarda le famiglie del Sud Italia dove si registrano i livelli di istruzione e di reddito più bassi rispetto alla media nazionale, segno evidente che il fatto di non avere tanti soldi incide profondamente sulla qualità di quello che ingeriamo, preferendo i cibi spazzatura, non solo perché sembrano più appetitosi, ma anche e soprattutto perché costano poco. La maglia nera va alla Campania, seguita dal Molise, Calabria, Sicilia, Basilicata e Puglia.
“I numeri della malnutrizione infantile in Italia restano allarmanti. Per questo Helpcode rinnova il proprio impegno con due collaborazioni importanti: una con FIMP – Federazione Italiana Medici Pediatrie. l’altra con il Gaslini – ha spiegato Alessandro Grassini, segretario generale di Helpcode. – La collaborazione porterà alla nascita il prossimo anno dell’Osservatorio nazionale sull’incidenza dell’obesità infantile, una raccolta di dati a livello nazionale che mira a fotografare l’incidenza del fenomeno su tutto il territorio per conoscere abitudini alimentari e stili di vita dei pazienti in modo da poter intervenire con ricerche mirate”. Ma non solo. Secondo gli specialisti è importante anche investire sull’educazione alimentare. Per questo il report dell’organizzazione si arricchisce quest’anno del decalogo messo a punto dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) con le 10+1 regole per una corretta alimentazione nei primi due anni di vita, in modo da contribuire a combattere la piaga della malnutrizione infantile.
La Carta dei Diritti e dei Doveri
Purtroppo l’obesità è un problema dilagante anche tra gli adulti. In Italia è in sovrappeso oltre una persona su tre, obesa una su 10, diabetica più di una su 20 ma oltre il 66% delle persone con diabete di tipo 2 è anche in sovrappeso o obeso. In base alle stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal 1975 ad oggi l’obesità nel mondo è più che triplicata. Ogni anno, questa malattia è causa del 13% dei decessi. Per questo le principali società scientifiche nazionali che si occupano di nutrizione hanno sottoscritto una vera e propria Carta dei Diritti e dei Doveri della persona con obesità. “Gli interventi di prevenzione, portati avanti fino ad ora, si sono dimostrati inefficaci perché basati sul paradigma della responsabilità personale quindi sul fatto che il soggetto ingrassa perché non rispetta le regole – ha dichiarato Giuseppe Fatati, presidente di IO-Net, l’Italian Obesity Network. – Al contrario la comunità scientifica concorda sul fatto che l’obesità sia una condizione complessa che deriva dall’interazione di fattori genetici, psicologici e ambientali. In molti casi, purtroppo, la persona con obesità è vittima di stigma sociale e mediatico che finisce per condizionare la propria qualità di vita. Per questo va considerata una priorità nazionale a livello sanitario, politico, clinico e sociale”. Obiettivi della Carta sono: riconoscere l’obesità come malattia cronica ed implementare un Piano Nazionale condiviso con tutte le Regioni per sviluppare interventi basati sull’unitarietà di approccio e una migliore organizzazione dei servizi. Punta a questi stessi obiettivi anche la mozione che sarà presentata il prossimo 28 novembre dall’onorevole Roberto Pella, presidente dell’Intergruppo parlamentare obesità e diabete.