
Quanto il daltonismo influisce sulla vita quotidiana delle persone che ne soffrono?
Il dottor Federico Fiorini, direttore sanitario di Clinica Baviera Bologna, spiega: "Il daltonismo è un problema visivo senza trattamento ma la stragrande maggioranza delle persone ci convive senza grossi problemi; oggi esistono alcuni occhiali o lenti che aiutano a percepire meglio la gamma cromatica. Questi occhiali sono utili nei casi di daltonismo più comune, la dicromia dei rossi e dei verdi; hanno filtri speciali che aiutano a correggere la saturazione tra i colori e a distinguerli come sono realmente. Noi di Clinica Baviera Italia raccomandiamo di rilevare questa anomalia il prima possibile, soprattutto nei bambini, poiché, anche se non grave, potrebbe causare problemi di apprendimento e di autostima".
Gli esperti di Clinica Baviera ci spiegano le diverse forme e gradi di questa anomalia visiva e come individuarle.
Non è ancora stato dimostrato se l’etnia influisca sul daltonismo ma si sa che una certa influenza c’è; le popolazioni africane, infatti, risultano le meno soggette a questo problema. Nella stragrande maggioranza dei casi il daltonismo è congenito, colpisce il 10% della popolazione maschile contro l’1% di quella femminile, tuttavia i portatori del gene sono donne. Ma perché colpisce più gli uomini? La risposta è semplice: il daltonismo può avere un’origine ereditaria, la base del problema è l’alterazione dei geni responsabili della produzione dei pigmenti dei coni degli occhi. Colpisce un gene recessivo legato al cromosoma X. Perché un uomo sia daltonico, quindi, deve ereditare un cromosoma X, tuttavia, perché una donna sia daltonica deve avere entrambi i suoi cromosomi X con questo gene; e per il fatto che gli uomini hanno due cromosomi, uno X e uno Y, e le donne hanno entrambi i loro cromosomi X, è più facile che sia un uomo a essere daltonico piuttosto che una donna, parlando sempre di daltonismo dovuto a cause genetiche. In altri casi poi, anche se sono la minoranza, il daltonismo può essere legato a malattie come il glaucoma, la cataratta, l’Alzheimer, il Parkinson, la neuropatia ottica di Leber o la sindrome di Kallman che aumenta il rischio di sviluppare questo problema in età adulta; può anche essere dovuto a un trauma, agli effetti tossici di qualche medicina o a una malattia vascolare.
Si verifica quando la luce viene percepita da tutte e tre le tipologie di coni (lunghi o rossi, medi o verdi, corti o blu) ma uno di essi non funziona a dovere. Quando, in pratica, ha una sensibilità inferiore alla percezione del suo colore d’appartenenza. Si può essere affetti da protanomalia nel caso di anomalia dei coni lunghi che riduce la sensibilità al colore rosso; deuteranomalia se riguarda i coni medi ed è alterata la percezione del verde (un tipo di daltonismo molto diffuso); tritanomalia, anomalia dei coni corti che riduce la sensibilità al colore blu. I colori si possono vedere ma si confondono tra loro e si hanno difficoltà anche con le diverse intensità.
In questo caso solo due delle tipologie di coni sono in grado di percepire la luce. Se non viene percepita la luce rossa si tratta di protanopia, se la luce verde, di deuteranopia, nel caso del blu di tritanopia. Le persone con questo tipo di daltonismo hanno difficoltà a differenziare il rosso e il verde o il blu e il giallo.
È un caso estremo di daltonismo e poche persone ne soffrono. È praticamente l’incapacità di percepire i colori; la visione è limitata al bianco, nero o a una scala di grigi.
Il dottor Federico Fiorini, direttore sanitario di Clinica Baviera Bologna, spiega: “Il daltonismo è un problema visivo senza trattamento ma la stragrande maggioranza delle persone ci convive senza grossi problemi; oggi esistono alcuni occhiali o lenti che aiutano a percepire meglio la gamma cromatica. Questi occhiali sono utili nei casi di daltonismo più comune, la dicromia dei rossi e dei verdi; hanno filtri speciali che aiutano a correggere la saturazione tra i colori e a distinguerli come sono realmente. Noi di Clinica Baviera Italia raccomandiamo di rilevare questa anomalia il prima possibile, soprattutto nei bambini, poiché, anche se non grave, potrebbe causare problemi di apprendimento e di autostima”.