
Roma, una riforma per restituire dignità alla professione del farmacista
Successo a Roma per il convegno "Professione farmacista: mondo accademico e ordine professionale a confronto”, che si è tenuto al Nobile collegio chimico farmaceutico
Una nuova farmacia multifunzionale come valido presidio della rete extra ospedaliera, che dia spazio ed opportunità alle nuove leve della professione ma soprattutto che torni a valorizzare una figura, da sempre punto di riferimento dei cittadini, ma che negli ultimi anni è stata bistrattata e in molti casi relegata al semplice ruolo di commesso. Di questo si è parlato lo scorso 6 giugno in occasione del convegno Professione farmacista: mondo accademico e ordine professionale a confronto, che si è tenuto al Nobile collegio chimico farmaceutico di Roma. “Quando si parla di farmacisti, quasi sempre, si pensa solo alla farmacia, intesa come luogo fisico di esercizio dell’attività di vendita di farmaci e presidi sanitari – ha affermato la promotrice del convegno Rossana Matera, che ha annunciato anche la nascita di un’associazione. – Porteremo alla luce un’associazione che si troverà al centro di un grande network di contatti con diverse realtà aziendali al fine di favorire l’ampliamento degli sbocchi professionali”. La dottoressa ha sottolineato come “raramente si parli di farmacisti, in quanto tali, indipendentemente che siano proprietari o meno di una farmacia. Questo equivoco ha senza dubbio radicato una visione della professione del farmacista che ormai non risponde più alla realtà del settore”. Per questo occorre una riforma che, attraverso anche una collaborazione tra istituzioni e mondo accademico, possa portare a una nuova considerazione della professionalità del farmacista. Le ha fatto eco la professoressa Carlotta Marianecci che ha spiegato: “E’ importante trovare nuovi spunti di occupazione. Siamo convinti che il farmacista può ricoprire ruoli all’interno del Servizio Sanitario Nazionale”. Come ha sottolineato il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Roma, Emilio Croce, dopo la rivoluzione del secolo scorso “le farmacie sono passate da officine dei medicamenti a presidi del territorio. La legge 405 del 2001 introdusse la dispensazione del farmaco, che prima era riservata al farmacista in farmacia, passandola anche alle Asl e agli ospedali. Nel 2006, con il decreto Bersani, venne consentito alla parafarmacie e alla grande distribuzione di vendere alcuni farmaci con la presenza e l’assistenza del farmacista. E arriviamo a oggi, con la legge sulla concorrenza del 2017, che ha provocato la scissione del binomio farmacia – farmacista. Questo ha consentito al capitale di accedere alla proprietà della farmacia. La farmacia dovrà divenire sempre più un presidio di salute, cui il cittadino dovrà avere accesso ai servizi sanitari. Questa cosa però non trova ancora attuazione, perché occorre una convenzione”. Ma non solo. Secondo il presidente è importante ammodernare il corso di laurea in farmacia per poter attuare questa riforma. L’avvocato Alessandro Diotallevi ha rimarcato anche la necessità di coinvolgere in questa battaglia le altre categorie professionali “per restituire dignità a questa nobile professione”. Infine, la giornalista scientifica Marialuisa Roscino ha evidenziato la necessità di una profonda riflessione sull’attuale condizione lavorativa che il farmacista vive, con oggettive difficoltà di far valere il proprio ruolo professionale sanitario. “Nel lavoro di comunicazione e formazione che intendiamo portare avanti saranno contemplati i ruoli, il sapere medico-scientifico proprio del farmacista e non dunque commerciale – ha concluso. – Perché il farmaco dispensato dallo stesso farmacista non è un prodotto commerciale ma un medicinale”.