Sanremo – I Giovani e la Musica. Intervista alla Dott.ssa Adelia Lucattini

Sanremo – I Giovani e la Musica. Intervista alla Dott.ssa Adelia Lucattini

Sanremo: sono giorni di allegria e spensieratezza, giorni all’insegna dell’entusiasmo e della voglia di condividere idee, opinioni, emozioni sulla Musica, dopo il lungo periodo della pandemia. Voglia di nuovo, di creatività, di nuova fiducia verso il futuro, visto con gli occhi dei giovani, all’indomani della conferma bis di Sergio Mattarella, Capo dello Stato, che esorta con fermezza alla ‘costruzione di un nuovo futuro, dove la dignità rimane la pietra angolare’. Per dirla con il sociologo Franco Ferrarotti, i giovani non ascoltano la musica, ma la “abitano”. Entrarci dentro, abitarla, il messaggio più unico che ci sia della musica. In occasione del Festival di Sanremo, abbiamo chiesto alla Dott.ssa Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società Italiana e dell’International Psycoanalytical Association se pensa che la Musica possa avere un ruolo centrale nella nostra vita e che tipo di funzione in particolare possa avere nei giovani.

Di Marialuisa Roscino

Dott.ssa Lucattini, pensa che la Musica possa avere un ruolo centrale nella nostra vita?

Lord Black of Brentwood, presidente del Royal College of Music, in un suo celebre discorso alla Camera dei Lord ha dichiarato che he la musica “è un diritto fondamentale di tutti i bambini” poiché ha “ruolo vitale” nella loro educazione. Già Platone affermava che “la musica è una legge morale: essa dà anima all’universo, ali al pensiero, slancio all’immaginazione, fascino alla tristezza, impulso alla gioia e vita a tutte le cose. Essa è l’essenza dell’ordine, ed eleva ciò che è buono, giusto e bello, di cui è la forma invisibile ma tuttavia splendente, appassionata ed eterna”.

La rivista scientifica The Lancet ha pubblicato un’interessante lavoro Claudius Conrad sugli effetti curativi della musica su pazienti in terapia intensiva postoperatori. La ricerca ha mostrato che la musica classica produceva un aumento del 50% dell’ormone della crescita (GH), una riduzione dell’infiammazione e un effetto tranquillizzante sui questi pazienti rispetto al gruppo di controllo. Inoltre, si è registrata una diminuzione del 20% degli ormoni dello stress (epinefrina e interleuchina-6) che ha determinato una minore la necessità di farmaci antidolorifici. Uno altro studio, condotto dalla McGill University di Montreal, ha mostrato i benefici della musica sulla mente dei giovani: la musica migliora le capacità di apprendimento fino al 17%, soprattutto in alcune materie: matematica, inglese e letteratura. Inoltre, studi psicoanalitici hanno mostrato che la musica aiuta i giovani a mantenere un buon equilibrio emotivo, che favorisce il benessere psicologico ed è di aiuto nei disturbi depressivi.

In particolare, può spiegare che tipo di funzione può avere la musica?

La musica può essere usata come strumento per insegnare anche altre discipline, dalla matematica alle scienze e persino all’educazione fisica, ad esempio attraverso la danza e il movimento.

Suonare gli strumenti insieme, sia in una band o in un’orchestra o cantare in un coro, è una delle esperienze più “potenti” che si possano fare.

 <<Metodo, fiducia, autostima, fare gruppo, sono solo alcuni degli ingredienti salienti intrinsechi in essa, che nutrono la mente di chi la vive>>.

L’idea di lavorare insieme e rendersi conto che la propria parte indipendentemente che sia piccola o grande, è importante per far funzionare una canzone, è molto appagante.

Cantare e suonare fa sentire sempre protagonisti, per questo infonde fiducia in se stessi e rinforza l’autostima.

Qual è secondo Lei il vero valore aggiunto della Musica?

<<La musica aiuta a sognare ad occhi aperti, stimolando la creatività>>.

I giovani sono cuore pulsante di ogni generazione per questo è importante nutrire le loro menti e insegnare loro a sognare. La musica fornisce una visione del mondo e amplifica l’immaginazione senza perdersi in fantasticherie poiché richiede disciplina, applicazione e costanza “indissolubili”. I ragazzi, mentre si divertono, imparano e fanno l’esperienza che con l’impegno e lo studio è possibile realizzare i propri desideri e i propri sogni.

Se iniziano a studiare la musica fin da piccoli, imparano a godersi la musica con libertà, senza pregiudizi, ad apprezzarla ed amarla di per sé.  Questo darà loro, un metro di giudizio quando cominceranno ad addentrassi nel mondo dei Social network con i loro numeri, i followers, le classifiche, etc.

<<Attraverso la disciplina, la Musica sa infondere fiducia in se stessi>>.

Imparare la musica, suonare uno strumento o cantare, richiede e crea disciplina. I giovani imparano fin da bambini, a prendersi cura del loro strumento, a pulirlo dopo l’uso, prestano attenzione alla propria voce, alla propria salute e al loro benessere, evitando tutte le abitudini (fumo, alcol, etc) che la potrebbero danneggiare.

Esibirsi, dopo le incertezze e le paure iniziali, fa sentire orgogliosi di se stessi, soddisfatti e capaci di raggiungere un obiettivo. Un appagamento che deriva dall’imparare la musica in sé e che può essere si accresce nel tempo grazie anche al poter mostrare le proprie capacità agli altri, da protagonisti.

<< La musica aumenta la coordinazione e abitua ad avere pazienza>>

Come lo sport, suonare uno strumento sviluppa le capacità motorie, con una migliore coordinazione stimolando le funzioni neuro-psico-motorie (l’asse cervello-occhio-mano). Inoltre, per imparare a suonare uno strumento o a cantare è necessaria molta  pazienza. Bisogna saper sopportare gli errori, le défiance e a superare la sensazione paralizzante di “non essere capaci”, la paura di non riuscire a fare le cose, eseguire nuovi accordi, intonare una nota bassa o un acuto difficile, cimentarsi in un nuovo  brano. Quando poi riescono, la soddisfazione è entusiasmante!

La musica è a tutte le età sempre soprattutto un gioco e, come insegna Donald Winnicott, come ogni gioco è estremamente serio e fondamentale per lo sviluppo della personalità. Ad esempio, i ragazzi imparano fin da piccoli che cosa significa “avere pazienza”, saper aspettare i risultati con fiducia sapendo che arriveranno. Devono lasciarsi “addomesticare” dalla musica. L’imparare è un processo, un viaggio avventuroso e stimolante poiché si apprendono cose nuove crescendo insieme al proprio strumento, al proprio insegnante, al proprio coro e alla propria band.

<<Dà voce a pensieri e sentimenti>>.

La musica è sempre di aiuto ai giovani perché dà voce ai loro pensieri, alle loro paure, ai loro sentimenti e li aiuta ad esprimere emozioni e vissuti anche inconsci, attraverso le melodie e le parole che compongono o che cantano utilizzando partole di altri in cui si riconoscono e si identificano.

Poiché dall’adolescenza in poi la vita si svolge soprattutto in gruppo, ascoltare la musica insieme o condividere la stessa musica, infonde una sensazione di appartenenza e contribuisce a formare la propria identità.

E’ esperienza condivisa come la musica amplifichi le emozioni, esalti i desideri, dia forza alla fantasia e infonda un senso di profonda libertà.

<<Insieme alla musica non si è mai soli>>.

Le canzoni sono sempre espressione del tempo presente e intercettano i moti d’animo, le inquietudini e le aspettative dei ragazzi “di oggi” in ogni epoca. Nelle canzoni si rintracciano sentimenti e pensieri, paure e aspirazioni a volte inconfessabili.  Per le sue caratteristiche la musica e le parole fanno sentire in compagnia di qualcuno per un processo di immedesimazione e di identificazione con il cantante, il performer o l’autore. Il pensiero è che se qualcuno ha scritto quelle parole e le ha cantate proprio con quella musica allora significa che anche loro  hanno  provato quello che chi ascolta sta provando in quel momento. C’è un riconoscimento, un rispecchiamento consapevole e inconscio, che permette di dare un significato e un senso a emozioni e impulsi, mentre il pensiero aiuta a contenerli e a non esserne travolti.

Cosa ne pensa del Festival di Sanremo? L’importanza del confronto, dei contest e Festival in cui misurarsi ritiene che siano un’occasione di sviluppo di crescita personale oltre che professionale, in particolare modo, per i giovani?

Negli ultimi vent’anni, anche in Italia si è osservata una vera e propria “esplosione” di talenti musicali, con giovani artisti che compongono, suonano, cantano, recitano sul palco ognuno secondo un proprio stile in un ambiente multiforme e poliedrico, in cui realmente c’è spazio per tutti generi musicali, dalla musica classica al rap, dal jazz alla discomusic, dal pop al soul, dal teatro canzone all’etno-rock, dal folk alla musica melodica.

È interessante osservare come dalle competizioni più di nicchia fino a Sanremo, l’attenzione dei giovani sia sempre altissima e come intercettino intuitivamente nuovi fenomeni e generi in cui si riconoscono e da cui si sentono rappresenti. I cantanti sono i loro “portavoce”.

In un mondo globalizzato e che ha grande necessità di novità e stimoli contro l’appiattimento e la monotonia, viene dato spazio a forme artistiche in cui musica, performing, danza, teatro trovano spazio sul palcoscenico. Appare chiaro un bisogno di esprimere tridimensionalmente la complessità culturale del nostro mondo attuale, al di là di chiusure dei confini nazionali e ai respingimenti dei migranti, di fatto c’è un’accoglienza, una penetrazione e integrazione di aspetti culturali “altri” all’interno della nostra cultura, come possiamo chiaramente vedere nella cucina, nella moda, nelle arti e storicamente anche nella musica.

<<La musica vola sulle ali del vento>.

Osservando il Festival di Sanremo, possiamo osservare tutto questo, il sincretismo. La musica vola sulle ali del vento e trasportata dalle onde del mare che, come afferma “Alexander Pope”, unisce i paesi che separa.

La prova ne è la molteplicità culturale rappresentata da artisti e band che esprimono la ricchezza di queste commistioni e intersezioni anche attraverso loro identità e provenienza familiare e personale: Anna Oxa, Mahamood, Ermal Meta, Victoria dei Maneskin, Maliha Ayane, Yuman, Ghali, Maruego, Tommy Kuti e Laïoung, Mosé, Il Randagio, Binny Ghetto, Tayio Hyst Yamanouchi, per citarne alcuni .

Le diverse “arti” accompagnano, precedono, seguono, sempre camminano mano nella mano la musica e le parole, dalla moda nei costumi di scena, al teatro ‘en travesti’ di Drussilla Foer, alla letteratura di Lorena Cesarini che legge brani di Tahar Ben Jelloun.

<<Le canzoni danno gioia e spensieratezza di cui c’è uno specifico bisogno dopo due anni di pandemia. La musica è sentimento, pensiero e emozione>>.

Le canzoni sono opere d’arte che possono cambiare una vita e alcune restano nella memoria di intere generazioni. È bello sentire dai giovani artisti, che dopo tanto lavoro e sacrifici, il loro sogno, la loro passione, possa trasformarsi nella propria professione. E Sanremo è sicuramente una buona occasione per molti giovani e non solo.

Jim Morrison scrive in Light my fire: “I giovani adorano ciò che è stato da sempre celebrato: la gioia di vivere, la scoperta di se stessi, la libertà. Cantiamo, danziamo, intoniamo le nostre cantilene, facciamo musica per riportare armonia nel mondo”.

 

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