Editoriale

Ieri ero in macchina e a un certo momento Massimo Giannini, direttore di Radio Capital, evidenziava una notizia di per sè molto triste e quasi inverosimile. In Veneto, a causa della mancanza di medici ospedalieri, la regione sta richiamando in servizio, medici andati da tempo in pensione, e fra questi vi è il dottor Giron, 85 anni, specializzato in anestesia. Ora, premetto che sono molto distante dalle posizioni ideologiche di Giannini, direi proprio dall’altra sponda, ma n qui non si tratta di avere idee politiche diverse, ma di concordare su un fatto drammatico ovverosia richiamare in servizio una persona per quanto esperta ma che  con un’età avanzata dovrebbe garantire la sopravvivenza o intervenire per salvare la vita di persone sotto i ferri. La domanda, come diceva una volta Antonio Lubrano, sorge spontanea: ” C’è qualcuno che si farebbe operare o curare da medici ultra ottuagenari o magari con acciacchi e malanni di un certo peso? Penso e ritengo proprio di no! Quindi alla luce di questi fatti e di scenari pericolosi come l’abbandono per raggiunta età della pensione di un numero crescente e considerevole di camici bianchi, si esorta il governo in modo particolare il Ministro della Salute Giulia Grillo, medico anche lei, di agire ma di farlo in fretta. Io o qualsiasi altro cittadino non voglio farmi assistere o operare da un medico a cui la mano tremante o un’ arteriosclerosi pesante non permette di esercitare uno dei compiti più nobili e importanti che ci siano: quello di salvare vite umane

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