La Musica per il corpo, la mente e lo spirito: i suoni della meditazione contro l’ansia e lo stress

In una società rumorosa e caotica quale quella in cui viviamo, in cui al chiacchiericcio perpetuo della televisione si aggiunge quello dei numerosi media, la necessità di trovare del tempo per sé e per la propria salute psicofisica risulta essere condivisa da un numero sempre maggiore di persone.
Oggi le pratiche per il ripristino di un equilibrio interiore fondato soprattutto sulla serenità mentale sono in effetti molteplici, tuttavia sempre unanimi nel loro comune scopo.
Appena cinquant’anni fa invece l’unico scenario noto all’interno delle comunità occidentali – specie di quelle più piccole – era l’universo dei ritiri di preghiera, ma di recente l’ambito della spiritualità si è esteso decisamente a favore degli usi e costumi orientali, molto in voga a cominciare dalle nostre palestre.
Non c’è bisogno, quindi, di convertirsi ad alcuna filosofia esistenziale – come il buddhismo – per entrare in contatto con tali realtà: la pratica della meditazione, ad esempio, è richiesta e rappresenta una delle dimensioni più efficaci nella lotta ormai quotidiana allo stress, nonché alle conseguenze talvolta gravi cui conduce il suo cronicizzarsi (ansia, attacchi di panico, insonnia, tensione che può manifestarsi in una moltitudine di disturbi psicosomatici).
La pace indotta dalle tecniche meditative corrisponde a un vero e proprio stato di coscienza, in cui si diviene padroni della propria mente e della capacità di quest’ultima, quietandone il costante chiacchiericcio (a tal riguardo una delle ultime frontiere è quella della mindfulness, adoperata nelle terapie cognitivo-comportamentali).
Si tratta di percorsi difficili perché finalizzati all’acquisizione di strumenti fondamentali per poter affrontare meglio la nostra quotidianità, diventandone consapevoli così da utilizzarli in modo autonomo rispetto ai propri insegnanti.
Su questo tema – anche se può sembrare paradossale – la stessa tecnologia che contribuisce ad accrescere le nostre incombenze giornaliere mette a disposizione una serie di app finalizzate alla meditazione: fra queste meditate, the mindfulness app, sway e calm, una delle predilette dagli utenti.
Per comprendere la ricchezza delle proposte in questo campo è sufficiente affermare che ogni prassi meditativa ha i suoi suoni o la sua musica di riferimento: infatti è quasi impossibile concepire un simile esercizio senza un supporto sonoro, decisivo per l’isolamento fisico e poi mentale.
Inoltre, fra le peculiarità musicoterapeutiche insite in un tale ambito bisogna sottolineare la maggiore efficacia di una meditazione musicale proprio contro l’ansia e lo stress, nonché il lavoro sull’aumento della creatività e i benefici per la memoria.
La rilassatezza indotta dal progressivo miglioramento dell’umore durante l’ascolto musicale non si lega per forza a melodie o a temi specifici, anzi: spesso basta affidarsi ai suoni della natura – come l’acqua o il canto degli uccellini – fortemente evocativi di immagini calmanti da elaborare a occhi chiusi, costruendo così lo scenario idilliaco nel quale si desidera fuggire e stabilendo una separazione netta dal presente.
Quello che pochi sanno poi è che anche la musica classica può essere una valida alleata della meditazione: la scelta dell’autore – da Bach a Mozart sino a Beethoven, arrivando agli esponenti dei filoni moderni come quelli di Einaudi e Cacciapaglia – è ovviamente del tutto soggettiva, ma si lega per lo più alla musica strumentale lenta o a quella vocale sacra. Quest’ultima è consigliabile specie in un’altra lingua (per esempio il latino del canto gregoriano), così da non distrarci durante l’atto meditativo.

 

Qualunque sia il motivo scelto, deve favorire i tre obiettivi fondamentali della pratica: calma, familiarità e concentrazione su un ascolto che non può essere influenzato da pensieri personali. Non è un caso che una delle frequenze prescelte sia quella dei 432 hz, fra l’altro prediletta dai Pink Floyd e dai Rolling Stones nonché, secondo le discipline orientali, corrispondente al chakra (cioè il centro di energie umane), dei sentimenti e del cuore.
Il miglior antidepressivo naturale – la musica – si unisce spontaneamente a un altro potente farmaco per la mente e il corpo: il connubio inestimabile che ne emerge assicura un livello di introspezione profondo e appagante, in grado di riconciliarci con noi stessi e persino con la società in cui viviamo.

 

Tag: salute psicofisica, corpo, mente, meditazione, stress, ansia, suoni, musica, musica classica, antidepressivi naturali.

 

Giulia Dettori Monna

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