Come gestire gli infortuni degli atleti in campo. Intervista al Dott. Giulio Pancani
La gestione post-infortunio dei tessuti molli è sempre stata una materia controversa. Cerchiamo di approfondire il tema insieme al Dott. Giulio Pancani, fisioterapista laureato presso l’Università Sapienza di Roma. Co-fondatore e responsabile dello Studio Fisioterapico Cipro di Roma.
Di Marialuisa Rocino
Qual è stato il protocollo di riferimento negli ultimi anni per gestire gli infortuni negli atleti?
Il protocollo PRICE (Protection, Rest, Ice, Compression, Elevation) è stato il protocollo
maggiormente utilizzato negli ultimi anni per la gestione degli infortuni dei tessuti molli (con
tessuti molli si intende tutto ciò che non è osso, quindi tendini, legamenti, muscoli ecc). Le
più recenti evidenze scientifiche hanno però dimostrato che spesso Protezione, Riposo,
Ghiaccio, Compressione ed Elevazione non sono sufficienti per favorire un recupero ottimale.
E’ già stato individuato un nuovo protocollo che possa favorire un recupero migliore?
Il nuovo protocollo di riferimento è stato pubblicato sulla rivista internazione British Journal
of Sports Medicine. Il nome del protocollo è PEACE & LOVE. Questo particolare acronimo
ci fornisce indicazioni chiave sulle azioni da mettere in atto per la gestione dell’infortunio.
Quando viene messa in atto la componente “PEACE” del protocollo?
La componente PEACE viene utilizzata nelle prime ore successive al trauma (distorsione articolare,
lesione muscolare ecc).
Qual è il significato dell’acronimo PEACE?
PROTECTION (protezione): si consiglia di limitare il carico e mantenere l’arto a riposo per un
periodo di 1-3 giorni, seguendo la percezione del dolore.
ELEVATION (elevazione): Tenere l’arto alzato sopra il livello del cuore, per promuovere il
ritorno venoso e permettere il riassorbimento dell’edema e del liquido infiammatorio.
AVOID ANTI-INFLAMMATORIES (evitare antinfiammatori): Le varie fasi
dell’infiammazione sono step fondamentali per la rigenerazione dei tessuti molli danneggiati;
l’uso eccessivo di antinfiammatori può compromettere queste fasi a lungo termine,
soprattutto se il dosaggio è elevato. Bisogna precisare che la necessità di antinfiammatori
dipende molto dalle singole situazioni e l’eventuale prescrizione di farmaci è esclusivamente di
competenza medica.
Per quanto riguarda il ghiaccio, sebbene anch’esso abbia funzione antinfiammatoria,
personalmente ne consiglio comunque spesso l’utilizzo per la sua funzione di “anestetico” e
analgesico naturale. L’eventuale applicazione di ghiaccio non deve superare i 20 minuti ogni 4
ore e non mettere MAI GHIACCIO A DIRETTO CONTATTO CON LA CUTE (usare sempre
una borsa o un asciugamano).
COMPRESSION (compressione): Anche se le indicazioni tra gli esperti non sono univoche,
sembra che l’uso di bendaggi compressivi aiuti a limitare l’edema.
EDUCATION (educazione): L’educazione è intesa come la necessità da parte del
fisioterapista di sensibilizzare il paziente sull’importanza dell’approccio attivo nel recupero:
le più recenti evidenze scientifiche mostrano come l’esercizio terapeutico e gli esercizi di
carico progressivo siano decisamente più efficaci per il recupero rispetto alle terapie passive,
il cui utilizzo non è comunque da escludere ma da limitare e integrare con terapie attive.
Quando si ricorre invece alla componente LOVE e qual è il suo significato?
Trascorsi alcuni giorni dal trauma (didatticamente 5 giorni, ma si valuta di caso in caso),
inizia la componente LOVE del protocollo.
LOAD (carico): Il carico sulla struttura lesionata dovrebbe essere raggiunto in modo
graduale nel minor tempo possibile, evitando però che il dolore aumenti in modo eccessivo (gli
esercizi aiutano molto nella comprensione e gestione del dolore). In questo modo si favorisce
la guarigione e il rimodellamento dei tessuti.
OPTIMISM (ottimismo): concetti come catastrofizzazione del dolore e paura del
movimento sono stati diffusamente studiati e approfonditi in letteratura scientifica riabilitativa,
ed è chiaramente appurato che rappresentano ostacoli alla guarigione. Le aspettative ottimistiche
(seppur realistiche rispetto alla patologia) fornite dal sanitario al paziente aumentano la capacità di guarigione.
VASCULARISATION (vascolarizzazione): l’attività cardiovascolare senza provocazione di
dolore aumenta il flusso sanguigno alle strutture danneggiate e riduce la necessità di farmaci
antinfiammatori, in quanto agisce come analgesico.
EXERCISE (esercizio): Seguire un programma personalizzato di esercizi attivi e di carico
progressivo, evitando il dolore nella fase PEACE e imparando a gestirlo nella fase LOVE, è il
metodo più efficace per il recupero della mobilità, della forza e del gesto atletico.
Quali sono i capisaldi del protocollo PEACE&LOVE?
I pilastri di questo nuovo protocollo sono certamente il recupero attivo e gli esercizi, che
devono essere messi in atto fin da subito dopo il trauma, per poi essere incrementati
gradualmente. Viene senz’altro ridimensionata l’importanza delle terapie “passive” o dei
macchinari (terapia manuale, tecar, laser ecc), che tuttavia possono essere certamente di
supporto soprattutto i primi giorni per il controllo del dolore.
Infatti nella maggior parte dei casi la soluzione migliore è l’integrazione di terapie che
agiscano sul dolore e sull’infiammazione con esercizi attivi e di progressiva intensità, che sono
certamente imprescindibili in tutti i casi di riabilitazione post-infortunio.
Il protocollo può essere seguito in modo autonomo dall’atleta o è necessario sempre avere
come riferimento un professionista sanitario?
È assolutamente sempre opportuno mettersi in contatto con un professionista sanitario
(medico e/o fisioterapista). Il protocollo illustrato infatti deve essere adattato e declinato
in maniera differente per ogni paziente, proprio perchè i tempi di recupero e la reazione del
corpo al trauma sono soggettivi.